Il jazz, nonostante le sue caratteristiche allegre e gioiose, nasce da una delle parti peggiori della storia dell’umanità, la tratta degli schiavi africani e la loro deportazione forzata verso le Americhe. Proprio a causa di questo maltrattamento e della violenza, gli schiavi iniziarono a utilizzare la musica come metodo per sopportare la loro situazione e trovare sollievo nei pochi momenti di riposo a loro concessi. Inoltre, suonare e cantare era simbolo di umanità e di possedere un’anima, cosa che la religione voleva negargli.
Le prime melodie jazz
Dal mescolarsi dei ritmi africani con quelli dei nuovi stati americani, nacquero le prime musicalità jazz. Le prime canzoni a ricadere in questa categoria furono le “work songs”, ovvero quelle sinfonie cantate dagli schiavi durante le lunghe ore di lavoro nei campi o nelle miniere, seguite dopo poco da quelle religiose e dai gospel basati sulla musica cattolica.
Anche il blues nasce in questi anni e viene considerato parte del jazz anche se le sue melodie tendono a essere più tristi e nostalgiche.
Il jazz, alle origini, era basato solamente sulle vocalità poiché naturalmente gli schiavi non avevano accesso a strumenti musicali e solo col passare del tempo si espanse agli strumenti da fiato, a percussione e infine ai pianoforti dando vita allo stile ragtime, caratterizzato da veloci spostamenti di accento sonoro da forte a debole e viceversa.
A New Orleans, patria della musica, il ragtime e il blues si mescolano nuovamente e diventano simbolo della città. Le band si esibiscono nei locali, per strada e nelle chiese creando canzoni sempre nuove anche per celebrare festività e ricorrenze funebri. Le caratteristiche principali del jazz di New Orleans furono l’improvvisazione, la sonorità peculiare degli strumenti a fiato, ritmi veloci che trascinano le emozioni e tanto virtuosismo solistico.
Gli artisti diventano sempre più famosi e nel 1900 nasce Louis Armstrong, trombettista americano che segnerà per sempre la storia del jazz, completando un lunghissimo tour anche in Europa, e trasportando questo stile sul palcoscenico mondiale.
Vari tipi di jazz
L’evoluzione del jazz lo ha portato a dividersi in numerosi stili diversi.
- Sweet: sonorità e ispirazione occidentale, si avvicina molto di più al gusto europeo.
- Hot: il classico genere nato con Armstrong e basato sugli assoli improvvisati.
- Free: completa improvvisazione da parte di tutta la band.
- Cool: caratterizzato da ritmi più lenti e musicalità leggere.
Diventando velocemente famoso in tutto il mondo, il jazz si è leggermente spostato dalla totale improvvisazione per entrare nei teatri e nelle sale da concerto finendo poi per influenzare lo stile di molti compositori di altri generi.
Gli strumenti più usati
Le orchestre jazz di oggi non sono altro che un’evoluzione delle band che suonavano per le strade di New Orleans e hanno mantenuto l’utilizzo degli stessi strumenti musicali.
A farla da padrone nel jazz sono gli ottoni, i sassofoni e soprattutto i clarinetti e le percussioni. In alcuni stili meno popolari troviamo anche contrabbassi, chitarre, banjo, pianoforti e, molto raramente, qualche violino.